Team Q-bo: stage tecnico al Centro Federale di Verona
I ragazzi del Team Q-bo hanno incontrato ieri Federica Pellegrini insieme al suo allenatore Matteo Giunta. L’occasione è stata uno stage tecnico organizzato dagli allenatori Luigi Finucci ed Alessandro Natali presso il Centro Federale di Verona.
I nostri ragazzi hanno avuto la possibilità di assistere agli allenamenti della Pellegrini e di altri grandi nuotatori: Simone Sabbioni, Aglaia Pezzato e Luca Pizzini.
Una chiacchierata con Matteo Giunta
Dopo l’allenamento Matteo Giunta si è reso disponibile per una chiacchierata con i nostri ragazzi che nel frattempo, insieme agli allenatori, avevano raccolto alcune domande, soprattutto in merito all’aspetto mentale della preparazione.
Praticare uno sport a livello agonistico implica un grande impegno: significa allenamenti costanti, fatica, sacrifici… A volte si rischia di perdere un po’ l’entusiasmo iniziale, quella scintilla che si è accesa la prima volta che hai raggiunto un obiettivo e che piano piano sta diventando un fuoco…
Come fanno i grandi campioni a mantenere sempre alta la motivazione, a non accontentarsi mai? Come si allenano, fisicamente e psicologicamente, per affrontare le loro sfide?
Il compito degli allenatori è quello di indicare la via, secondo Giunta. Rivolgendosi ai ragazzi e agli istruttori ha tenuto a precisare:
La motivazione vera, quella che ti fa andare avanti, deve necessariamente arrivare dall’atleta, dal suo intimo. Noi allenatori possiamo solo indicare la via e aiutare l’atleta a lavorare per raggiungere i suoi obiettivi. Anche con Federica stiamo lavorando così: io non avrei potuto fare molto se lei non mi avesse detto “Voglio arrivare alla mia 5° olimpiade”. Siccome lei ha un obiettivo chiaro e una forte motivazione, allora io posso svolgere bene il mio lavoro e indicarle la strada per raggiungere questo traguardo.
Affrontando il tema del sacrificio legato allo sport agonistico Giunta ha sottolineato:
Certo praticare uno sport agonistico richiede tanta fatica e tanti sacrifici. Il nuoto poi è uno sport se vogliamo ancora più difficile perché “solitario”, si sente meno il supporto della squadra, anche se c’è, rispetto ad altre discipline. E’ per questo che, ribadisco, serve una forte motivazione personale. Però alla base ci deve sempre essere un sano divertimento: se non ci si diverte mentre si nuota, non si può andare avanti.
Alla fine della chiacchierata ovviamente c’è stato spazio per foto ed autografi con i nostri ragazzi, all’inizio un po’ intimoriti dal fatto di avere davanti i loro idoli, ma poi subito pronti a condividere questa esperienza sui loro profili social.
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