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La 4B del Liceo Scientifico in piscina con Sara

progetto psicomotricità liceo scientifico medi - imm copertina sito

Progetto “Psicomotricità in acqua”

Abbiamo conosciuto Sara qualche anno fa. Ha frequentato la nostra piscina per un po’ svolgendo lezioni individuali con Chiara Diletti per migliorare la sua condizione. Sara infatti è costretta in carrozzina, si muove pochissimo, ha gli arti ritratti e non parla. In acqua il suo corpo acquista leggerezza grazie alla galleggiabilità e questo le permette di ritrovare fluidità e armonia nei movimenti, la aiuta a rilassarsi e a distendere gli arti.

Con il progetto “Psicomotricità in acqua” abbiamo accolto in piscina Sara e tutta la sua classe del Liceo Scientifico

Ora Sara frequenta il Liceo Scientifico “Medi” di Montegiorgio e grazie ad un progetto che rientra tra le tante iniziative e attività per la promozione dell’inclusione nella scuola, l’abbiamo di nuovo accolta nella nostra piscina. Questa volta però non arrivava da sola, ma accompagnata da tutta la sua classe: il 4B del Liceo Scientifico Tradizionale.

Durante una delle lezioni svolte con il supporto di Chiara Diletti e Luigi Finucci abbiamo incontrato la referente del progetto, la Prof.ssa Chiara Vitali [docente di Storia e Filosofia specializzata in Sostegno N.D.R] che ci ha raccontato come è nato questo percorso:

La Prof.ssa Chiara Vitali

La Prof.ssa Chiara Vitali

Per affrontare le problematiche della diversità nelle classi odierne, le istituzioni scolastiche hanno dovuto affrontare un cambiamento. Abbiamo dovuto superare i modelli didattici e organizzativi uniformi e lineari e abbiamo duvuto invece adottare approcci flessibili, adeguati ai bisogni formativi speciali di tutti e di ciascuno. L’idea di inclusione si basa sul riconoscimento dell’importanza della piena partecipazione alla vita scolastica di tutti i soggetti. Il tentativo è quello di valorizzare le differenze individuali di ognuno e facilitare l’apprendimento e la formazione sociale.

La classe perfetta per sperimentare un progetto d’inclusione in acqua

Come mai nell’ambito delle iniziative per l’inclusione si è pensato ad una serie di attività da svolgere in acqua? La Prof.ssa Vitali risponde sicura:

L’acqua è un contesto educativo per tutti. Innanzitutto favorisce l’acquisizione di una migliore percezione e conoscenza del proprio corpo attraverso una maggiore stimolazione sensoriale. In acqua poi il corpo viene scoperto anche come “strumento” di comunicazione ed espressione che permette di entrare in relazione con se stessi e gli altri. In particolare, nel caso della classe di Sara si sono verificate alcune circostanze che hanno favorito la scelta di questo progetto:

  • Predisposizione generale all’acquaticità;
  • Presenza di alcuni alunni particolarmente idonei e già formati ad attività in acqua;
  • Possibilità per Sara che l’acqua diventasse l’elemento attraverso il quale veicolare una comunicazione priva di linguaggio verbale e motorio.

2 ore a settimana per 1 mese

La Prof.ssa Vitali con alcuni alunni della 4B in piscina

La Prof.ssa Vitali con alcuni alunni della 4B in piscina

Il progetto “Psicomotricità in acqua” ha coinvolto la classe di Sara per tutto il mese di Maggio per 2 ore a settimana, in coincidenza con le ore di Educazione Motoria. Aspetto interessante e da sottolineare è che si tratta di un progetto finanziato dalla scuola mediante fondi ricavati da altri progetti di inclusione (l’inclusione che finanzia l’inclusione) mentre il trasporto gratuito è stato garantito dal Polo Scolastico.

 

Come si sono svolte le lezioni?

I nostri istruttori Chiara e Luigi hanno accolto i ragazzi in acqua dividendoli in 2 turni per poter creare ogni volta piccoli gruppi di lavoro: mentre un gruppo si immergeva con Sara e Chiara nella vasca della riabilitazione, l’altro gruppo svolgeva attività di nuoto e fitness in acqua nella vasca grande con Luigi.

Chiara Diletti ci ha spiegato il lavoro svolto con Sara e i suoi compagni:

Il mio compito è stato quello di guidare i ragazzi nel tentativo di rapportarsi con Sara in acqua: hanno avuto infatti la possibilità di conoscere meglio e “toccare con mano” le sue difficoltà fisiche ed emotive. All’inizio lei è molto diffidente, quindi piano piano, con pazienza, bisogna conquistare la sua fiducia. Ho mostrato ai ragazzi quali movimenti far svolgere a Sara, come distenderle gli arti e come aiutarla a rilassarsi. E’ stato commovente vederli: si dicono così tante cose negative sui ragazzi di oggi e invece io li ho visti molto disponibili ad imparare. Avevano proprio voglia di capire come prendersi cura di Sara e hanno mostrato un’attenzione e un affetto nei suoi confornti che mi hanno davvero stupito.